Un debito di sangue by Brenda Novak

Un debito di sangue by Brenda Novak

autore:Brenda Novak [Novak, Brenda]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 2020-05-20T22:00:00+00:00


14

Jane si sentiva sotto pressione, per cui la giornata trascorsa in giro per i casinò le parve interminabile. Le indagini nella vita reale erano noiose e spesso infruttuose, non come nei film. Inoltre, la responsabilità personale che avvertiva nei confronti di Gloria Rickman la faceva fremere per l’ansia di vedere presto degli sviluppi positivi.

Dopo aver trascorso diverse ore a chiedere a cameriere e croupier se avessero visto la persona ritratta nella foto che le aveva dato Sebastian, non avevano ancora ottenuto un riconoscimento certo. Alcuni dicevano di non averlo mai visto, altri di non essere sicuri perché in un casinò c’era sempre un gran viavai di persone.

Prima di uscire dal casinò di Thunder Valley dopo aver fatto l’ennesimo buco nell’acqua, Jane si lamentò con Jonathan. Non era pronta a rinunciare, ma non sapeva cosa fare.

Cominciava ad avere dei dubbi che il Wesley Boss che stava cercando non fosse lo stesso Boss a cui dava la caccia Sebastian. Tuttavia, Jonathan le fece notare che invece il problema poteva essere che non avevano mostrato la foto alle persone giuste; se Wesley Boss, alias Malcolm Turner, aveva l’abitudine di recarsi nei casinò la sera tardi, avrebbero dovuto attendere che prendessero servizio i croupier del turno di notte.

Jane sapeva che aveva ragione; ci aveva pensato anche lei, ma aspettare fino a tarda notte significava perdere altro tempo prezioso. Sapeva che Marcie era viva quando aveva chiamato Gloria; e Latisha?

Jonathan le disse che purtroppo quella sera aveva un impegno a casa con Zoe, ma lei replicò che avrebbe potuto lasciare Kate dai suoceri e tornare a fare qualche domanda in giro. I nonni erano contentissimi di ospitarla e la figlia era altrettanto contenta di stare dai Burke.

Restia ad andarsene senza aver fatto un altro tentativo, si guardò intorno e notò la guardia in un angolo. L’addetto alla sicurezza era un uomo maturo dalle sopracciglia cespugliose e dallo sguardo penetrante.

Jane si avvicinò e si presentò, poi gli mostrò la foto e spiegò perché stesse indagando sull’uomo ritratto nell’immagine. Gli chiese se lo avesse visto e, davanti all’inevitabile diniego dell’uomo, gli domandò di poter visionare le registrazioni delle telecamere dell’impianto di sicurezza a circuito chiuso.

L’addetto le rispose che solo il direttore del casinò avrebbe potuto darle il permesso, su richiesta della polizia che avrebbe dovuto contattare il consiglio tribale di quella riserva indiana. Jane avrebbe potuto rivolgersi a David, richiedere un mandato, ma avrebbe perso ancora altro tempo.

Vedendola incerta e smarrita, l’uomo fu molto gentile e le promise che avrebbe visionato lui stesso le registrazioni delle ultime settimane. Lo avrebbe fatto durante le pause e dopo l’orario di lavoro, per cui ci sarebbe voluto un po’ di tempo, tuttavia Jane gli fu immensamente grata, perché era comunque meglio di niente. Gli diede la foto e il suo biglietto da visita, pregandolo di contattarla se avesse scoperto qualcosa.

Mentre lei e Jonathan stavano uscendo, Jane sentì squillare il cellulare, controllò il display e vide, con sorpresa, che era Skye.

Se chiamava dal Sudamerica, c’era sicuramente un motivo importante, ma Jane esitò prima di rispondere.



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